Tutti i protagonisti del Vangelo di oggi sono in cammino: Gesù camminava seguito da una grande folla che lo seguiva per poter ascoltare le parole del maestro e, quasi contrapposto, un corteo funebre che accompagnava l’unico figlio di una vedova. Gesù ferma il convoglio funebre e ascoltando la triste storia della vedova ne ebbe compassione e toccò la bara, considerato ritualmente impuro dalla Legge Ebraica. Ma Gesù toccò la morte e ordinò al ragazzo di alzarsi (stesso verbo della resurrezione). Questo Vangelo ci fa capire che Gesù non è indifferente al nostro dolore. Lui è pronto a fermare anche il nostro “corteo funebre” e a toccarci, se glielo permettiamo!
Lc 7,11-17
Il passo di oggi dell’epistola a Timoteo è di eccezionale interesse non solo per il contenuto etico-religioso, ma anche dal punto di vista storico. Viene delineata la figura del Vescovo: s. Paolo ne ordinava due, Timoteo appunto, e Tito. L’Apostolo elenca le qualità che il Vescovo deve avere, e i comportamenti da seguire. Superfluo precisare che “sposato con una sola donna” non si riferisce alla poligamia, del resto già vietata presso i Greci e i Romani, ma significa che il Vescovo dev’ essersi sposato una volta sola: vi si può vedere un primo passo verso il celibato ecclesiastico, che si verrà del resto affermandosi non molto più tardi. L’uso moderato del vino, su cui s. Paolo insiste in più occasioni, evidentemente è dovuto alla diffusione dell’alcoolismo in quei tempi. E infine mi piace sottolineare il duplice avvertimento contro l’azione del Diavolo, già da quei tempi intento a screditare la Chiesa e ad ostacolarne il cammino.