Leggendo questo brano del Vangelo mi è venuta in mente l’affermazione: “Quanto talento sprecato” talvolta utilizzata nei confronti di chi, pur avendone le capacità, non le utilizza in modo appropriato. Forse l’origine della frase nasce da qui.
Troviamo tre servi che ricevono dal proprio padrone talenti in quantità diverse. Due di loro si mettono all’opera e riescono a moltiplicarli. Il terzo, per paura, sotterra il talento e anche se stesso impedendosi di mettersi in gioco.
Tutto nasce dalla relazione individuale che ogni servo ha con il padrone. Chi si sente figlio si sente libero di rischiare anche di perdere tutto ma si apre all’altro. Chi si sente servo non riesce a scrollarsi di dosso il timore della reazione e per questo rimane chiuso in sé.
Mt. 25, 14-30